Devolver Digital, fondata da un
veterano dell'industria come Mike Wilson, dimostra che sostenere la
scena indie non è uno spreco di soldi ed energie. Dopo aver lavorato
con Vlambeer alla pubblicazione di Serious Sam: The Random Encounter
e con Dennaton Games a Hotline Miami, è passata un po' in sordina
l'uscita di Dungeon Hearts, match-3 RPG sviluppato da Cube Roots e
disponibile su Steam e App Store dal 28 marzo.
Durante la GDC del 2012, a bordo del
proprio bus, nell'iniziativa definita come Pitch Fork Parker Bus
Tour, Devolver Digital si è adoperata per incontrare sviluppatori
indie ascoltando le loro problematiche e provando i loro giochi. Tra
coloro che ne sono usciti vincitori figura Chris Pavia, la mente
dietro Cube Roots. Dopo un anno il gioco è finalmente arrivato,
Devolver Digital avrà fatto centro anche questa volta?
Mischia e associa
Se ad uno sguardo superficiale può sembrare l'ennesimo puzzle game dalle gemme colorate, ben presto vi accorgerete di avere tra le mani un prodotto più variegato: un ibrido tra un match-3 e un RPG all'orientale con caratteristiche mutuate da un rhythm game.
Sulla sinistra dello schermo si schierano i nostri eroi, mentre a destra i nemici e i boss che verranno generati casualmente: oltre 40 tipi diversi di nemici comuni e 7 boss da incontrare in 10 ambientazioni diverse. Tra le due parti in causa si dispiega il Fatestream (flusso del fato) su cui scorreranno le rune alleate e le rune rivali chiamate Hexes. Ogni runa ha una particolarità e mano a mano che si progredisce nel gioco, le cose si complicheranno a tal punto da richiedere strategia piuttosto che velocità.
Ad ogni colore si associa un personaggio che ricalca i canoni classici: un guerriero dotato di grande difesa e forza fisica, un mago che fa delle sue abilità i punti di forza, un healer che si rivela essenziale per il party e un arciere che fa da sintesi degli altri tre contando su forza e difesa nella media e buone skill.
Componendo tre rune dello stesso colore si otterrà la runa Strikers che permette ad un personaggio di attaccare. Lo scopo è principalmente quello di attaccare cercando di distruggere le rune nemiche ed impedendo così al nemico di infliggere danni. Insomma prevenire è sempre meglio che curare.
La tattica è il sale della vita
Progredendo con la nostra avventura dovremo fare i conti con nuove rune e con modi sempre più impegnativi di liberarcene. Se diversi sono gli handicap, molteplici sono le possibilità che si aprono livellando i personaggi.
Alla fine di ogni scontro avremo modo di combinare le rune Booster che permettono ai personaggi di salire di livello; al raggiungimento del livello indicato, diverso per ciascun eroe, si guadagnerà una abilità caratteristica che potrà influire direttamente sul Fatestream, su un eroe o causare un danno diretto al nemico.
È importante tenere conto delle abilità ai fini del gameplay, altrimenti si rischia di vedere Dungeon Hearts come un giochino in cui basta infilare una serie di rune colorate per ottenere una vittoria. Se giocato alla massima difficoltà richiede tattica: è, infatti, possibile combinare abilità e rune per evitare effetti devastanti od ottenere combo e moltiplicatori di danno che si trasformano in critical hit.
Giudizio finale
Il gioco offre spunti interessanti con elementi roguelike come la morte permanente e la già citata generazione casuale degli stage, invece manca del tutto una storia a fare da contorno e che leghi gli scontri. Diversi sono gli elementi che cercano di aumentare la longevità come una modalità endless (aggiunta con l'ultimo aggiornamento su Steam, versione di riferimento 1.1.0), 1 brano sbloccabile dopo ogni completamento fino ad un massimo di 4 brani disponibili e la leaderboard, ma alla lunga il gioco rischia di essere ripetitivo. Lodevole e apprezzata è la possibilità di impostare una modalità per daltonici.
Dungeon Hearts fa per voi se cercate un match-3 impegnativo e diverso dal solito per trascorrere qualche ora di gioco. Se disponete sia di un iPad che di un PC vi consigliamo la versione per il dispositivo Apple in quanto con le dita si può avere maggiore reattività e controllo sul gioco, purtroppo trascinare rune con il mouse a volte risulta un procedimento legnoso che vi farà perdere prezioso tempo.
Voto: 7
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Giudizio finale
Il gioco offre spunti interessanti con elementi roguelike come la morte permanente e la già citata generazione casuale degli stage, invece manca del tutto una storia a fare da contorno e che leghi gli scontri. Diversi sono gli elementi che cercano di aumentare la longevità come una modalità endless (aggiunta con l'ultimo aggiornamento su Steam, versione di riferimento 1.1.0), 1 brano sbloccabile dopo ogni completamento fino ad un massimo di 4 brani disponibili e la leaderboard, ma alla lunga il gioco rischia di essere ripetitivo. Lodevole e apprezzata è la possibilità di impostare una modalità per daltonici.
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