lunedì 29 aprile 2013

Recensione - Thomas was Alone (PS Vita)

Thomas was Alone nasce originariamente durante una jam personale di Mike Bithell. Pubblicato come gioco in flash su Kongregate nell'ottobre del 2010, arriva su PC dopo due anni di lavoro spesi a completarlo e ridefinirlo. Ultima tappa, che si aggiunge a questo viaggio, è la conversione per PS Vita e PS3 in collaborazione con Curve Studios; in esclusiva arriva anche il DLC Benjamin's Flight.

È proprio partendo dall'idea del viaggio che prende forma questa recensione.

Thomas-AT-23-6-12

Il programma si è dimostrato un fallimento. Thomas ne è il maldestro risultato, niente più di un array di caratteri scritto per gioco, una IA senza qualità particolari: un rettangolo rosso generato all'interno di uno scenario di gioco. Così appare Thomas all'occhio freddo e calcolatore del programmatore, ma il rettangolo  è in grado di pensare: era solo. Questo fu il suo primo pensiero. 
Thomas è come un bambino piccolo immerso per la prima volta in un ambiente, un progressivo interagire con esso lo porta ad esplorare e ad apprendere gli elementi basilari di gioco. Ciò si traduce in meccaniche semplici: qualche salto su piattaforme per raggiungere dei portali che sembrano farlo avanzare nella sua avventura. Minimalista, ma efficace.
La voce di Danny Wallace dà vita ai pensieri di Thomas, interpretazione perfetta che aggiunge quel pizzico di umanità in più tale da rendere magistrale la resa dei personaggi. Perché è vero Thomas era solo, ma lo è per poco.
Un altro commento introduce il fattaccio: troppi registri di errori, il programma è sfuggito al controllo degli sviluppatori ed altre IA sono destinate ad apparire negli stessi luoghi.

Immagine tratta da Kotaku
Ed ecco che il viaggio di Thomas diventa un viaggio di gruppo. Ogni IA si presenta con le sue qualità e i propri individualismi. C'è Christopher, tozzo e piccolo, invidioso di Thomas e del suo saltare in modo aggraziato; John è slanciato e concentrato a fare bella figura, sa saltare molto in alto. Più l'errore si diffonde più emergono le particolarità. Claire, un quadrato blu, è pesante ma in grado di galleggiare, è convinta di essere un super-eroe; poi c'è Laura, bassa e lunga, è in grado di far saltare più in alto gli altri; segue James, un tipo strano che sfida le leggi di gravità ed infine Sarah, minuta, in grado di realizzare doppi salti.
Il cammino che intraprenderanno insieme, con le difficoltà, i modi in cui dovranno fronteggiarle e gli obiettivi che si porranno, diventa sintesi di una storia d'amicizia e sacrificio; Thomas was Alone è la quintessenza di tutto ciò che c'è di bello nei rapporti umani.

In alto a destra questo è il cammino

Dal punto di vista meramente "tecnico" e del gameplay, si sarebbe potuto semplicemente dire che è un puzzle platform dalla durata di qualche ora, in cui basta andare in alto e a destra combinando le varie abilità dei personaggi. Ciò sarebbe ucciderne la poesia di cui è permeato. È vero che per avanzare non c'è bisogno di lunghi ragionamenti, anzi basterà prendere le misure fin dai primi livelli per capire come superare elementi ricorrenti, ma il gioco è piacevole e scorre fluido sospinto dalle note di David Housden. Qualche elemento di difficoltà maggiore viene introdotto con l'arrivo di James, sfidare la forza di gravità richiederà tempismo.

La versione PS Vita offre la possibilità di selezionare i nostri avventurieri direttamente dallo schermo touch e il gioco supporta il Cross-Buy, ovvero l'acquisto dà diritto ad una copia per PS3 e una per PS Vita, grazie al cloud potrete portare i vostri progressi da un dispositivo all'altro.

È un titolo particolare, essenziale nella grafica, ma difficilmente riuscirete a trovare più umanità di quanta se ne trovi nei pixel di Thomas was Alone. Per una volta dimenticatevi della computer grafica, delle mastodontiche avventure che vi offrono solo superficialità e giocate questo titolo, giocatelo con calma, non abbiate fretta di completarlo e lasciatevi catturare.

Voto: 8

2 commenti:

  1. grazie ad un amico l'ho provato. concordo quasi interamente con te ma a me non ha trasmesso molto ma premetto che l'ho giocato veramente poco.

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  2. L'ho giocato tre volte e ho messo su carta le caratterizzazioni di ogni IA e i loro pensieri. La prima volta mi ero persa completamente il senso della storia a causa di fretta nel completarlo, la seconda mi sono fermata a leggere la storia e ti assicuro che i personaggi mi sono entrati dentro. Ti consiglio di prendertelo per la tua ps3 ;)

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