venerdì 19 luglio 2013

Fran Bow: demo parte prima

Fran Bow: una ragazzina, un gatto e tanto sangue.

About 11 years ago, I wrote a play… a theater play. It was about a girl named “Nobody”…
(Natalia Figueroa, 11 giugno 2013)

Undici anni fa nacque una storia inizialmente pensata per il teatro con protagonista una bambina di nome Nobody, oggi quella bambina e quella storia sono diventate Fran Bow

Fran Bow è un gioco horror psicologico dalle meccaniche punta e clicca a cui sta lavorando il duo Killmonday, team indie composto da Natalia Figueroa e Isak Martinsson. I due sono degli artisti poliedrici e molto creativi, e la loro spiccata personalità emerge cristallina dalle loro creazioni.

La protagonista del gioco, quindi, non è altro che Fran, una bambina che apparentemente sta per passare una serata tranquilla con la Zia Grace e con un gatto nero, Mr. Midnight, suo unico amico.

I suoi genitori sono andati fuori un venerdì sera e la bambina è felice di trascorrere il suo tempo con la zia, ma qualcosa di losco accade il lunedì successivo. Una strana presenza si percepisce alla finestra, la bambina si spaventa e subito dopo si sentono le grida della madre.

Incuriosita, e un po' intimorita, la bambina si avvicina alla camera dei suoi genitori e li trova morti, fatti a pezzi. Lei scappa dalla casa, inciampa e perde i sensi nel bosco. Viene trovata e portata in un manicomio per bambini. Un giorno, il misterioso gatto di nome Midnight le appare in sogno, provocato dall’ennesima pastiglia che le rifila l’infermiera, e da qui inizia la nostra avventura per scappare dal manicomio in un susseguirsi di surreali e grotteschi avvenimenti.

Il termine per descrivere questo interessante titolo è sicuramente creepy, raccapricciante. Non mette terrore al giocatore, non lo spaventa, ma semplicemente gli fa salire i brividi sulla schiena. Non lo fa in modo gratuito, lo fa in modo del tutto funzionale al racconto


A dare spessore alla narrazione ci pensa, inoltre, la mano di Natalia Figueroa che, con maestria, disegna situazioni e personaggi dallo stile minimale, quasi stilizzato in bianco e nero, ma che riescono a trasmettere emozioni. Le fasi giocate, invece, sono più ricche di dettagli e colori, tant'è che un semplice paio di occhiaie riesce a conferire alla protagonista un aspetto ancora più sinistro.

La parte più delirante è sicuramente il passaggio tra realtà e dimensione distorta che avviene tramite l'assunzione di pillole. Mentre su schermo appaiono ombre e sangue, inquietanti scritte sui muri (talvolta anche suggerimenti) è il modo in cui il nostro personaggio reagisce ed interagisce con l'ambiente mutato a sorprenderci. Infatti, Fran gira con noncuranza per le stanze macabre.

Insomma, è un delirio allucinatorio dove la nostra protagonista non sembra fuori luogo o spaventata. Lei semplicemente deve far di tutto per scappare e questa meccanica di passare da una dimensione all’altra è fondamentale per risolvere gli enigmi via via di difficoltà sempre maggiore.


Come si può vedere dall'immagine, avremo a nostra disposizione un portamonete che fa da inventario e la nostra dose di pillole. Nell'inventario potremo combinare gli oggetti per risolvere gli enigmi od ottenere maggiori informazioni sugli oggetti da noi acquisiti, invece, la funzione pillola rossa (quella che ci fa vedere l'altra realtà) è sempre attivabile e sparisce non appena entriamo in una nuova stanza. Forse una scorta limitata di pillole renderebbe il gioco più difficile, soprattutto gli enigmi.

Infatti, nella demo che ho provato, la difficoltà iniziale era relativamente bassa con indizi parecchio evidenti. Andando avanti la difficoltà è aumentata e pure di molto, fino ad arrivare all’enigma finale che ha richiesto parecchia “immaginazione".

Ho apprezzato la possibilità di interagire con gli altri ospiti e il personale del manicomio. Le risposte multiple permettono sia di capire di più su ciò che ci circonda, sia di completare gli enigmi. E come sempre i dialoghi sono conditi da un geniale humor nero.



In conclusione, mi piacerebbe giocare al gioco completo, ma, affinché ciò avvenga, c'è bisogno che la campagna di crowdfunding su indiegogo vada a buon fine, così che Isak e Natalia possano lavorare a tempo pieno al progetto. Se anche voi siete interessati vi consiglio di supportare il gioco. Nel caso non raggiungerà i fondi necessari, nulla vi verrà sottratto. Se tutto andrà bene, potrebbe veder la luce a luglio del 2014 su PC (Win, Mac e Linux), Smartphone e tablet iOS e Android.
Sono previsti altri capitoli, ma facenti parte di un'unico gioco, e minigames, nonché enigmi sempre più diversificati.

Vorrei giocarlo ancora, possibilmente un sabato mattina. L’ho giocato di sera e dopo un po’ sentivo le presenze, il che penso sia la cosa migliore del titolo perché ti entra davvero dentro e ti manda un po’ in paranoia con la sua semplicità e innocenza nel mostrare qualcosa che mette davvero i brividi.

Ora scusate, vado a prendere le pillole. Intanto vi lascio i contatti, se volete impazzire un po’, tra cui: il link alla demo, alla campagna indiegogo, alla pagina Steam Greenlight, alla pagina facebook e al sito ufficiale. E non fate arrabbiare Fran!

5 commenti:

  1. Bella recensione! E come al solito, sono l'unico che all'inizio li ha criticati - con affetto - perché tutti gli enigmi erano troppo facili. Ehhh altra generazione di adventure gamers :D #guardaComeMeLaTiro

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    1. Grazie Daniele! Una curva più morbida di questi tempi va bene, basta che poi cresca la difficoltà. D'altronde ho avuto esperienza diretta di questa cosa allucinante http://multiplayer.it/notizie/118723-super-metroid-pare-che-moltissimi-possessori-di-wii-u-siano-incapaci-di-giocare-a-super-metroid.html e diciamo che anche io mi ritengo "vecchia scuola". Un gioco è anche più bello se ti invoglia a ragionarci sopra, a scoprire, ma magari la maggior parte dei giocatori oggi la penserebbe diversamente: più velocità, meno pensare e difficoltà sempre più facile. Un esempio più vicino a questi tempi è Demon's Souls. Tutt'ora penso non sia difficile, è solo che va giocato per prove ed errori, cosa a cui magari oggi non si è abituati e la gente lo abbandona dicendo che è difficile. Poi mi sembra che i giochi siano diventati sempre meno longevi. Quando ero piccola ricevevo un gioco, massimo due all'anno e mi duravano tutto quel tempo! Adesso è già tanto se mi durano un mese e ho addirittura meno tempo per giocarci. Comunque Fran Bow è davvero interessante e spero tanto riceva tutto il supporto che merita.

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    2. Verissimo. E perfetto l'esempio di Dark Souls, che ritengo un gioco meraviglioso, ma non ho mai capito come faccia ad essere considerato uno dei più difficili.
      Personalmente, non ho mai amato particolarmente gli arcade vecchia scuola (e si vede dalle piste che mi dai a Goscurry, ahaha) tranne rare eccezioni, perché mi mettevano l'angoscia - e anche perché la prima console l'ho presa pochi anni fa, quindi tutta roba PC o Commodore 64 fino ad allora. Però ero un giocatore accanito di adventure, che indubbiamente non solo erano difficili, ma a volte incomprensibili - trovavi dopo ore una soluzione ad un enigma e ti dicevi "sì vabbé, però non ha senso". Insomma hai ragione tu (e infatti mi sono rimangiato la critica anche con Isak e Natalia): meglio una difficoltà più morbida e con più contesto. E Fran Bow merita un sacco quindi speriamo che sempre più gente se ne accorga ;)

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  2. :* This is so cool! Thank you :* :* <3

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    1. Hi Natalia, thank you for the comment.
      I wish you all the best to you and Isak :*

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